La magia del conflitto

«Polemos pater panton esti» – la guerra (o il conflitto) è il padre di tutte le cose – così recita uno dei più noti frammenti di Eraclito.
Se pensiamo alla politica di questi tempi facciamo fatica a dare ragione a Eraclito. Non si vedono troppe cose buone nascere dai conflitti onnipresenti tra i rappresentanti del popolo.

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Ogni domanda contiene il seme della risposta

Le Management Constellation si costruiscono in base ad un’intervista sistemica. L’obbiettivo è quello di ottenere informazioni di contesto per individuare gli elementi (attori e fattori) da coinvolgere nella messa in scena. Le domande servono in prima istanza per ricomporre e visualizzare le immagini mentali che il/la cliente si è fatto di una certa situazione.

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Come superare i nostri punti ciechi

Gestire il sapere in maniera consapevole, compreso il rifiuto di sapere, è una delle grandi sfide per ogni leader.

Raramente troviamo qualcosa che non abbiamo cercato. Normalmente preferiamo cercare informazioni che rafforzano la nostra opinione e prestiamo meno attenzione a ciò che potrebbe mettere in discussione le nostre convinzioni. La nostra mente si rifiuta di cercare informazioni o approcci che potrebbero rivelarsi sfidanti.

Come possiamo uscire da questo ghetto cognitivo nel quale noi stessi ci siamo rinchiusi?

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Dove volano gli aquiloni?

Dal 26 al 28 maggio si riunirono a Wiesloch, vicino a Heidelberg quasi 200 professionisti che utilizzano nel lavoro di coach, consulenti, formatori o manager lo strumento delle costellazioni sistemiche. Si tratta di un metodo di rappresentazione scenica delle mappe mentali particolarmente adatto all’analisi di situazioni complesse. 

Proprio a Wiesloch ci eravamo riuniti nel maggio del 1998 per esplorare come il metodo delle costellazioni sviluppato da Bert Hellinger per la terapia familiare potesse essere adattato alla consulenza aziendale e al coaching. "Lo stesso vento fa volare tanti aquiloni" era titolo di quella prima conferenza e dopo 20 anni volevano scoprire dove questi aquiloni fossero arrivati e verso quali mete stessero volando.

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Reputazione e valori

In un recente incontro tra colleghi coach ci siamo chiesti, come possiamo prenderci cura della nostra reputazione professionale. Sono emersi una serie di spunti molto interessanti.

La reputazione può essere definita come il valore percepito e attribuito ad una persona o ad un’organizzazione in un determinato contesto.

Da un punto di vista sistemico la reputazione risulta dalla risonanza tra i valori espressi dalla persona (o dall’organizzazione) ed i valori espressi dal contesto. Il concetto di risonanza evidenzia che non c’è certezza di congruenza tra i segnali trasmessi, le parole dette, e le interpretazioni del ricevente, di chi le ascolta. La miglior intenzione non muove niente se non viene colta.

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Decisioni emotive

Ogni pensiero – consapevole o inconsapevole che sia -  è accompagnato da emozioni.

In “Il sé viene alla mente” il neuroscienziato Antonio Damasio spiega il ruolo determinante delle emozioni per il funzionamento del meccanismo autoregolatore dell’omeostasi[1] dell’organismo.   

In ogni attimo la mente fotografa la realtà percepita. I segnali recepiti attraverso i sensi formano, insieme a segnali simili ricevuti in passato e memorizzati, una sorta di mappa del momento. Da queste mappe mentali scaturiscono le emozioni che danno orientamento al pensiero e al comportamento dell’individuo.

Le emozioni segnalano alla mente se una situazione giova o nuoce al benessere della persona o anche di un gruppo di persone e attivano di conseguenza i rispettivi programmi di pensiero e di azione.

Molti (soprattutto in ambito professionale) non lo vorrebbero riconoscere: la presa di decisioni è determinata da una interrelazione circolare continua tra emozioni e pensiero.



[1] Nell’organismo umano una rete di sistemi di controllo regola il flusso di energia e i principali parametri chimici e fisici, in modo da conservare la stabilità dell’ambiente interno, indipendentemente dalle modificazioni di quello esterno.

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Il rapporto dell'avvocato con il suo cliente


Il 10 novembre scorso si è svolto a Vicenza un convegno sul tema della gestione del cliente da parte dell’avvocato organizzato grazie alla sensibilità dall’avv. Laura Oboe, referente della Sezione Provinciale dell'Associazione Italiana degli Avvocati per la Famiglia e per i Minori AIAF. L’avvocato Laura Oboe ha moderato il convegno e sono intervenuti come relatori l’avv. Elisabetta Francescato , componente del comitato di disciplina degli avvocati per il Veneto e l’Avv. Evi Fongaro, counselor sistemico e mediatrice familiare.

Nel suo interessante intervento, l’avv. Elisabetta Francescato ha messo a fuoco un principio deontologico fondamentale nell’esercizio della professione forense, ossia il dovere dell'indipendenza dell’avvocato.

L’art. 10 del codice deontologico forense recita: “Nell'esercizio dell'attività professionale l'avvocato ha il dovere di conservare la propria indipendenza e difendere la propria libertà da pressioni o condizionamenti esterni. L'avvocato non deve tener conto di interessi riguardanti la propria sfera personale”.

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La responsabilità della soluzione

Penso sia capitato a tutti. Un cliente si trova di fronte a un grosso problema. Percepiamo la sua sofferenza. Vediamo dove sta l'inghippo e abbiamo anche un'idea per la soluzione. Ce la mettiamo tutta…
Eppure il cliente non ci segue, continua imperterrito i suoi circoli viziosi.

Dove abbiamo sbagliato?

Sarebbe presuntuoso voler dare una risposta semplice a questa domanda. Con il metodo Management Constellation, che consiste in una rappresentazione scenica della situazione, abbiamo però a disposizione un "tool" che permette di cogliere con grande precisione la dinamica che rende inefficace il nostro intervento di consulenza.

 

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L'arte di creare consenso

La creazione di consenso fa sicuramente parte dei compiti più sottili e sfidanti di un/a leader. Il rischio del “falso consenso” – la/il leader si illude che tutti siano d’accordo e prende per scontato di avere il gruppo dietro a se – è alto.

Il primo traguardo è quello di portare – con capacità di dialogo e di mediazione - le persone a guardare nella stessa direzione e di accertarsene. La mancanza di convinzione bloccherebbe l’azione. L’ottenimento di un consenso sostenibile dipenderà dal livello di allineamento tra i comportamenti dei singoli e la loro capacità di adeguamento consensuale alla realtà del momento. 

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Le tante facce della responsabilità

Se c’è azienda, c’è responsabilità. Sembra ovvio, ma le conseguenze sono tutt’altro che scontate.
Etimologicamente ci sono due origini: “respondere” – dare una risposta e “res ponderare” - soppesare il fatto.

E domandiamo: A chi dovrebbe rispondere il dipendente di un'organizzazione? Alla propria coscienza, al capo, ai collegi, ai clienti, all'impresa, …?

Come dovrebbe soppesare i fatti? Secondo il buonsenso, gli obiettivi concordati, le presunte aspettative dei capi, la strategia dell'azienda, i bisogni dei clienti, il bene dei colleghi, la salute della collettività, ...?

Di fronte a queste domande l’individuo è sempre solo. La scelta è tra soluzioni semplici con effetti prevedibili e altre più rischiose, ma anche più innovative ed potenzialmente più efficaci.

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Un approccio sistemico per promuovere la parità tra donne e uomini

Ho la sensazione che il modo tradizionale di approcciare il tema della parità, anche se in passato ha dato i suoi frutti, sia ormai superato e produca spesso effetti perversi. Da quando ho approfondito la pratica dell'approccio sistemico e dello strumento Management Constellation, sento che qualcosa di nuovo sta emergendo nel modo di affrontare questo problema.

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La riformulazione della domanda

“La vita non è altro che una serie di domande che contengono già il seme della riposta, e risposte gravide di nuove domande” scrive Gustav Meyrinck nel suo romanzo Il Golem. Formulare una buona domanda, precisa e carica della forza emotiva che ci spinge a trovare una soluzione è uno dei passi decisivi in un processo di coaching o di consulenza.

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Non c'è dubbio: il nostro cervello pensa in modo spaziale

Nel suo libro “Il sé viene alla mente. La costruzione del cervello cosciente” il neurofisiologo Antonio Damasio descrive in maniera molto plausibile come il nostro cervello mappa continuamente lo stato di ogni cellula del corpo. In questa maniera costruiamo un’immagine spaziale del mondo nel quale viviamo.

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Le trappole che attendono il nuovo capo

I cambi al vertice di un’impresa o di un dipartimento rappresentano una fase delicatissima nella vita di un’organizzazione. Le trappole che possono insidiare la buona partenza di un nuovo capo sono molte e molto spesso sono nascoste anche a coloro che le tendono.

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Da che pulpito

Nelle nostre consulenze con i responsabili delle Risorse Umane ci rendiamo spesso conto di quanto un approccio sistemico possa essere utile, se non addirittura indispensabile, per comprendere le dinamiche della comunicazione. Invece nella pratica è ancora assai diffusa un’immagine della comunicazione come un processo unidirezionale top-down, con la dimenticanza di mettersi nei panni dei destinatari per comprendere come i messaggi vengono percepiti e decodificati.

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Supervisione sistemica

Ognicodice etico per coaches prevede una forma di supervisione, ovvero che il coach cerchi assistenza professionale per migliorarsi nella professione ed evitare che questioni personali inficino il suo lavoro.

La costellazione sistemica come strumento per la supervisione si dimostra assai prezioso: permette di ...

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Creatività e innovazione

Una delle tecniche più efficaci per sviluppare creatività e innovazione è senza dubbio la “costellazione sistemica”, un metodo di rappresentazione scenica delle nostre mappe mentali.

Oltre all'immagine e alla parola usa anche il movimento del corpo nello spazio come mezzo di espressione. Come nessun alto approccio riesce a integrare l'intelligenza emotiva con l'intelligenza sociale e quella razionale. Ci permette così ....

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L'intreccio famiglia - impresa analizzato con le costellazioni sistemiche

L’impresa familiare è caratterizzata da un intreccio di tre sistemi: la famiglia – l’impresa – il patrimonio. Ciascuno di questi tre sistemi è governato da un insieme di valori ben distinti. 

La messa in scena di una costellazione sistemica può dare un contributo importante per fare chiarezza e avviare una soluzione. Il seguente caso illustra il processo.

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"Che miserabile razza di memoria quella che lavora solo all'indietro!"

Questa osservazione (fatta dalla Regina ad Alice nel romanzo di Lewis Caroll "Attraverso lo Specchio") mi è venuta in mente durante un seminario di Costellazioni Sistemiche. 

Non è forse tutto il lavoro con le costellazioni sistemiche un tentativo di reinterpertare la memoria "che lavora solo all'indietro" per farla funzionare meglio per il presente e per il futuro?

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La decodifica dell'intuizione

Articolo di Marisa Vecchi e Georg Senoner apparso sulla rivista "Direzione del Personale"

Cosa distingue l'eccellenza dalla competenza media? Cosa caratterizza una strategia vincente?

Fiumi di parole sono stati scritti nel tentativo di cogliere l'essenza del successo, ma come una buona ricetta non basta per far un buon cuoco così neanche i migliori modelli manageriali fanno nascere un manager di punta. Quella cosa intangibile che fa la differenza sfugge alla descrizione analitica con cifre e parole. Parliamo di intuizione, di fiuto, di genialità, di sensazione di pancia come di una competenza misteriosa che distingue talune persone, come di qualcosa che è impossibile esplicitare e condividere.

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Decidere in situazioni complesse

Quale aiuto ci può dare il metodo delle costellazioni sistemiche per prendere buone decisioni?

Vorrei affrontare questa domanda sotto tre punti di vista:

  • Descrivendo alcune caratteristiche dei processi decisionali;
  • Riflettendo sul funzionamento delle costellazioni sistemiche partendo dalla teoria di Daniel Kahneman;
  • Per illustrare la necessità di integrare le costellazioni sistemiche con altri approcci. 

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